"segni come parole"

Segnalato da Clickart

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Categoria: Mostre

Data: dal 02 dicembre 2017 al 23 dicembre 2017

Indirizzo: via Dall'Occo,1

Provincia: Milano

Orario di apertura: da martedì a sabato 9.30-12 e 15-19 domenica 10-12.30

Sito internet: https://www.facebook.com/www.clickart/?ref=bookmarks

Referente: luigi profeta

Per informazioni: 3400630560

E-mail: c.culturaleclickart@gmail.com


 Sabato 2 dicembre 2017 alle ore 17,30 si inaugura la mostra personale di Luigi Profeta           “Segni come parole” presso la galleria Click Art in via Dall’Occo 1 nel centro storico di Cormano (MI), tra cortili e palazzi del 1600.

La mostra sarà presentata dal dott. Paolo Avanzi

Opere selezionate dall’artista e opere inedite.

La sperimentazione di Luigi Profeta si costruisce su geometrie nette   e superfici polimateriche, che dividono lo spazio tramite sagome dai contorni precisi, contrassegnate da un colore o da un motivo specifico. Le cromie che appaiono in questi lavori sono forti, incisive, accostate  in molti casi a lastre di materia metallica. Il suo comporre è sempre  calibrato, ordinato e razionale - anche quando gli spazi appaiono  gremiti di grovigli filiformi - basandosi sulla dialettica tra forme e sostanze diverse, sull’alternanza di forme geometriche ( cubi, parallelepipedi, sfere ) che emergono in bassorilievo, e               superfici piatte monocrome,  su cui elementi tessili giocano spesso di contrasto. Profeta rivela sapienza costruttiva negli accostamenti, dando vita a tensioni tra ordine e caos, tra istinto e ragione, dove    anche parole numeri diventano le tracce simboliche di un percorso laborioso e introspettivo, che si rivela nella testimonianza                esplicitamente narrativa delle sue titolazioni.                                                                                  Le forme in cui si declina il suo discorso artistico ricordano le architetture primarie di certe costruzioni giocattolo, anche se nulla qui fa pensare a un intento ludico, né tanto meno al ritrovamento di un tempo perduto. Si tratta piuttosto di una ricognizione sulle origini della forma, e sulla purezza delle geometrie euclidee, esplorate come fonte primaria di comprensione delle regole che governano le forze della natura, e quindi anche come utopia di un apparato regolatore su cui ordinare i comportamenti umani. Partendo da questo dato, diventa chiaro, sul piano  metaforico dell’avvertimento esistenziale, il senso di queste opere e la potenzialità comunicativa del loro messaggio: la ragione geometrica che si traduce in forma, materia e colore, è il filo d’Arianna capace di eludere le insidie dei labirinti dell’inconscio.

 

 Paolo Levi



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