"messi a nudo". l'arte di adele lo feudo alla galleria "spazio monticini" di montevarchi

Segnalato da Marco Botti

Marco  Botti

Categoria: Mostre

Data: dal 05 dicembre 2015 al 20 dicembre 2015

Indirizzo: Via Roma, 14 - Montevarchi

Provincia: Arezzo

Orario di apertura: Giovedì 10,30/12,30; Dal venerdì alla domenica 16,30/19,30. Domenica 6 e 20 dicembre 10,20/12,30


MONTEVARCHI - Dal 5 al 20 dicembre 2015 la Galleria “Spazio Monticini” di via Roma 14, a Montevarchi (AR), ospita “Messi a nudo”, mostra personale di pittura di Adele Lo Feudo, in arte ALF.
L’esposizione, patrocinata dal Comune di Montevarchi, è in collaborazione con Montevarchi Arte e inserita nel progetto “Artinvalle”.

Sabato 5 dicembre, alle ore 17,30, il vernissage presentato dal giornalista Marco Botti.
La serata inaugurale sarà arricchita da un’originale e sorprendente performance dell’artista.

La personale, a ingresso libero e gratuito, rispetterà i seguenti orari: giovedì dalle 10,30 alle 12,30; Dal venerdì alla domenica dalle 16,30 alle 19,30. Domenica 6 e domenica 20 dicembre aperture straordinarie anche al mattino, dalle 10,20 alle 12,30.

LA MOSTRA
“Messi a nudo” è il nuovo progetto della poliedrica artista e performer calabrese, da anni trapiantata in Umbria.
In esposizione ventuno opere, con personaggi che ruotano intorno al mondo delle arti, realizzate dalla pittrice cosentina attraverso un processo creativo peculiare: ai raffigurati è stato infatti chiesto di assumere una posizione che rappresenti il proprio modo di sentire e concepire l’arte, avvalendosi di un tessuto del colore preferito. Da ciò sono scaturiti lavori dove i protagonisti vengono sviscerati, fino a svelarne le tracce più intime. I corpi, eseguiti in maniera parziale e volutamente non in equilibrio all’interno della composizione, quasi intrappolati nel perimetro della tela, “mettono a nudo” l’anima dei personaggi ritratti e i loro vissuti emozionali.

«Il contesto formale e cromatico in cui sono inseriti i ritratti degli artisti esprime un contenuto rivelatore di equilibri psicologici dove l’emozione mantiene una valenza di agente quasi estranea al corpo, spesso solo contenitore di istinti inconsci – scrive Stefano Maria Baratti nel catalogo che accompagna la mostra. – Ogni artista si esprime con gesti (soprattutto espressioni del volto, tratti somatici e movimenti delle braccia) che connotano sia l’interazione psicofisica del talento individuale con il mondo oggettivo, sia l’incarnabilità di un dinamismo inconscio come apertura al dialogo con il pubblico e occasione per sperimentare molteplici possibilità d’interazione».

Partendo dalla forma visibile Adele Lo Feudo porta avanti una complessa indagine introspettiva sui soggetti, che diventa allo stesso tempo autoindagine e indagine universale dell’uomo contemporaneo, ogni giorno alle prese con i suoi dubbi e le sue debolezze.

LA GENESI DELLA MOSTRA
«Un giorno, pensando al mio percorso di vita e artistico, mi sono chiesta cosa fosse l’arte per me.
Dopo un primo pensiero rivolto al passato in cui prevaleva l’idea di un sogno impossibile e perciò generatore di sofferenza, mi sono resa conto che oggi l’arte per me è equilibrio, quasi come un sottile filo teso, frutto di forze contrapposte presenti in me stessa su cui io con sforzo, impegno e amore costanti riesco a far incontrare Adele donna e Adele artista, fondendole in ALF.
Anche per gli altri artisti l’arte rappresentava questo? Inevitabile poi chiederselo. Da qui il desiderio di coinvolgere i miei venti modelli nel progetto “Messi a nudo” che vuole evidenziare la vera interiorità di ciascuno, in modo da renderla comprensibile a tutti e far intuire come l’arte sia elemento comune a noi che l’amiamo.
A ognuno di loro ho chiesto di porsi questa domanda e di assumere con il corpo, in particolare con la zona che va dal naso all’ombelico, una posizione che la riassumesse, anche avvalendosi di un tessuto del colore preferito o di un oggetto che potesse essere d’aiuto. Ne è venuta fuori una bella indagine sull’arte, sulla psicologia maschile e, indirettamente, su Adele. Infatti in ognuno dei modelli vi è qualcosa di me con riferimento al percorso di vita o a quello artistico. L’insieme dei concetti da ognuno di essi espresso rende ciò che per me è l’arte. Senza non vivo e non sarei io. È tutta la mia vita!». (Adele Lo Feudo)

I MODELLI
Stefano Maria Baratti; Marco Botti; Stefano Chiacchella; Fabio De Chirico; Antonio Delluzio; Antonio Iannice; Geraldo Lafratta; Vincenzo Liguori; Adele Lo Feudo; Michele Loffredo; Alessandro Maio; Massimiliano Manieri; Ciro Palumbo; Oscar Piovosi; Luca Pottini; Giovanni Puliafito; Roberto Ronca; Raffaele Claudio Rossiello; Massimo Scaglione; Giampiero Tasso; Stefano Zuccarini.

BREVE BIOGRAFIA
Adele Lo Feudo, in arte ALF, nasce a Cosenza nel 1967. Dopo gli studi classici si laurea in Giurisprudenza all’Università di Salerno. In seguito si sposta a Perugia per motivi affettivi e qui s’iscrive al corso di interior designer presso l’Ieao, dove, dopo aver conseguito il diploma e la specializzazione, viene chiamata a insegnare le materie di laboratorio grafico, decorazione d’interni e progettazione d’ufficio. Nel frattempo inizia a dipingere per assecondare la sua vecchia passione e, iscrittasi all’Istituto statale “Bernardino di Betto” di Perugia, dietro la guida degli artisti Balucani, Levita e Mariucci, consegue con il massimo dei voti il diploma di maestro d’arte.
Partecipa a collettive e concorsi e nel 2009, dopo sette anni, abbandona l’insegnamento e si dedica esclusivamente alla pittura.
Neorealismo, post pop, ma anche sconfinamenti nell’arte concettuale, nell’iperrealismo, nel surrealismo. Tutto questo riesce a coesistere nello stile meticoloso e allo stesso tempo irrequieto e libero da schemi e preconcetti dell’artista umbro-calabrese, sempre più apprezzato da pubblico e critica durante le personali che Adele Lo Feudo presenta con regolarità sul suolo nazionale. 



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