"frammenti di luce"

Segnalato da Mario Castellese

Mario Castellese

Categoria: Mostre

Data: dal 18 maggio 2013 al 02 giugno 2013

Indirizzo: Castello degli Ezzelini - locali corpo di guardia - Bassano del Grappa

Provincia: Vicenza

Orario di apertura: vedi locandina

E-mail: mario.castellese@tin.it


 Chi si accosta all’arte figurativa di Mario Castellese nota sovente, sulle prime, il rilievo del contingente il gusto del particolare. L’arte, nella sua storia, si è sempre nutrita del particolare, dal momento vissuto alla sfera del trascendente. Dal sensibile al metafisico. Il passaggio ha del prodigioso,  dell’inesplicabile. E il metafisico appare spesso ai nostri occhi in chiave simbolica.

Ritroviamo qui, in mirabili sospensioni di immagini, rifrazioni di luce, l’amato paesaggio isolano, stilizzato, con i suoi umori rappresi, l’anima nativa, perforata di luce, con il suo vissuto, il suo ancestrale dolore, l’implacabile ansia di riscatto.

Scorrendo questi modelli di natura e di vita torna alla mente una pagina di Hegel nella “Fenomologia dello spirito”. Ogni piccola parte del nostro vissuto può diventare storia e patrimonio comune. Riemerge dalla crisi dei valori, in quanto essa è un frammento dell’universo.

Ciò accade perché l’itinerario di Castellese muove dal particolare, dal topos, dall’humus locale per giungere all’universale che dà senso a tutto, mediante un processo di autocoscienza.

Pagine di memorie, di figure in dissolvenza, segni tangibili dell’eterno fluire della vita cosmica con le sue incognite, ma anche con le sue pienezze di luce.

Rivive la storia isolana con il suo mare libero  (un tempo minacciato dalla pirateria berbera), con i segni della sua religiosità nativa: la Madonna con in braccio il bambino, simbolo dell’amore e della continuità della vita.

L’arte di Castellese, autodidatta, che ha esordito da ragazzo, seguace di nessuna scuola (come scrisse di sé Giordano Bruno, “ accademico di nulla accademia”) giunge quindi a maturità espressiva, raccogliendo l’eredità romantico-figurativa e quella del vivido impressionismo, fino alle esperienze simbolistiche e surreali del vario ‘900.

Un’arte in equilibrio fra l’accentuazione simbolistica (l’abitato collinare dove “insieme si nasce e insieme si muore”,  protetto da San Giorgio normanno o la veduta marina, vegliata dalla Madonna bizantina, retaggio dei cavalieri teutonici) e il policromo ordito narrativo condensazione di luoghi dove, “en plein air”, si espone la frutta, ci si incontra, si gioca, ci si protende al sole mediterraneo, con gli ariosi balconi, le architravi blasonate degli edifici austeri, le vecchie tegole, le agavi e le siepi di oputia, i monti eterei, il cielo iridescente.

E ancora, nell’eterno fluire della vita che si ricompone, significazioni di fede, di nuovi, rasserenanti approdi.     Filippo Solito Morgani



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