Personale di giulia gensini

Segnalato da Tilbuz

Tilbuz

Categoria: Mostre

Data: dal 18 ottobre 2014 al 03 novembre 2014

Indirizzo: Corso della Repubblica 68, Castel Gandolfo

Provincia: Roma

Orario di apertura: lun.chiuso, mart-giov 10-13, ven-dom 10-13/16-20

Come arrivare: Centro storico di Castel Gandolfo, sul corso principale

Sito internet: https://www.facebook.com/pages/Centro-ARTE-Castelgandolfo/124777854387703

Referente: silvia emili

Per informazioni: 3287059139

E-mail: artecastelgandolfo@libero.it


Nei primissimi anni Sessanta numerosi artisti si interessano contemporaneamente alle potenzialità espressive della parola, accompagnata dall’immagine, dando vita a quel movimento artistico che verrà poi denominato Poesia Visiva. A Firenze, nel 1963, dall’incontro tra Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti, nasce il Gruppo 70. I poeti visivi si rendono conto che sia la letteratura che l’arte stavano utilizzando un linguaggio lontano da quello comune: decidono così, per colmare questa distanza, di creare un moderno linguaggio, il cui lessico proveniva dal mondo della comunicazione di massa, dai quotidiani, dai rotocalchi, dalla pubblicità e dai fumetti. Il fine era duplice: raggiungere un pubblico sempre più vasto, grazie all’alto grado di decifrabilità e allo stesso tempo esorcizzare il potere dei mass-media. La tecnica che risultava più congeniale per raggiungere questo risultato era il collage che permetteva, tramite il riutilizzo di testi e immagini provenienti dal mondo dell’informazione, un impatto immediato e forte. Tutto prendeva origine da antiche tavole di scrittura greca, latina e decorazioni azteche e islamiche - come è stato dimostrato in grandi mostre internazionali - i Calligrammes di Apollinaire, il Coup de dés di Mallarmé, le “parolibere” e “tipografiche” futuriste; ma anche il linguaggio ermetico di Joyce e gli scritti di J. Derrida, M. Foucault, A. Robbe-Grillet, R. Barthes, N. Chomsky, i poeti “Novissimi”. Giulia Gensini parte dalla riflessione sulla poesia visiva, sulla neo-avanguardia e, attraverso le sue opere, dimostra di aver assorbito a fondo la lezione dei poeti visivi e di averla reinterpretata in chiave autonoma e personale. La sua opera artistica procede rapportando segni e codici di diversa provenienza: linguistici, visivi, dell’udito, del gusto, dell’olfatto, del tatto, del comportamento, dello spettacolo: da tale attività multimediale e sinestetica nascono le sue “poesie visive” sotto forma di collage o di intervento su foto di cronaca, di moda, di pubblicità, ecc. Con l’uso della tecnica del collage, rielabora la dimensione patinata delle riviste di moda e della pubblicità, nell’intento di restituire alla comunicazione stessa la dimensione estetica negatale dalla società consumistica. Non a caso la poesia visiva fa uso dell’ironia, del rovesciamento e della riflessione metalinguistica per permettere la messa in questione della capacità comunicativa del linguaggio in modo strumentale e analitico. Di tutto ciò Giulia Gensini è al tempo stesso artefice e lettrice, protagonista e interprete, grazie all’apporto sinestetico che dona alle concettualizzazioni e alle tematiche proprie della poesia visiva. Di Araxi Ipekjian

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