Naples in postcard

Segnalato da Tiziana Baracchi

Tiziana Baracchi

Categoria: Mostre

Data: dal 20 maggio 2014 al 20 giugno 2014

Indirizzo: Via detta San Vincenzo 3

Provincia: Napoli

Orario di apertura: lunedì, mercoledì ore 15-18 martedì giovedì e venerdì 9-12 o su appuntamento

Sito internet: www.museominimo.it

Referente: TIZIANA BARACCHI-ROBERTO SANCHEZ

Per informazioni: 081.621170

E-mail: museominimo@virgilio.it


 Cartoline realizzate da:

T. Baracchi, M. Bellarosa, E. Belli, D. Bigliardo, A. Camerlingo, L. Caravita,  P. Cappelli, G. & R.Cestaro, A. Cocchia, S. Cusano, F. Davide, F. Del Vaglio, A. Ferrara, M. Follin, M. Gallo, P. Gatto, D. Monetti, S. Parzanese, C. Procope, M. Rodriguez,  C. Romeo, R. Sanchez, P.C Tictac,  C.Turturiello

 

Napoli in Cartolina

 

Saluti da…era spesso la frase che si trovava sulla cartolina che si era soliti inviare in occasione di un viaggio a parenti ed amici. Un modo per far sapere dell’impresa. Un modo relegato ormai al passato dovuto anche in parte alle nuove tecnologie. Ma uno spazio vitale e particolare può essere costituito dalla cartolina d’artista spesso realizzata in pezzo unico. Una cartolina che l’artista per sua natura preferisce a quella tipografica ma che tende ad utilizzare solo in occasioni particolari. Quindi sono rare e preziose ma con un destino sempre legato al buon funzionamento postale. Un duplice sogno ma sognare è indice di vitalità.

                             Giancarlo Da Lio

 

Un genere che, a partire da fine ottocento, subentra alle assai più costose gouaches a fini turistici.  Passando dalle forme raffinate dell’epoca del “Gran Tour” di fine settecento sono Proseguendo nel percorso tracciato dalle recenti mostre sul francobollo e la cartolina d’artista, ora il Museo Minimo presenta una rassegna specificatamente dedicata a Napoli in cartolina. man mano andate a semplificarsi per un pubblico più borghese e di  massa per poi approdare alla cartolina postale. In mostra viene proposta una serie di immagini ora sul paesaggio, ora su elementi caratteristici della ‘napoletanità’ ma sempre prodotto di una ricerca di ‘svecchiamento’ rispetto ad una oleografia tuttora diffusa. L’arco della produzione presente al Museo Minimo  inizia a metà degli anni novanta quando,  con il promettente rinnovamento, anche culturale, inaugurato dalla giunta Bassolino, si voleva dare un contributo al rilancio dell’immagine della città. Si arriva poi ai giorni nostri con cartoline di normalizzazione, ovvero dove ironia ed impegno civile lasciano il posto, dopo le delusioni politiche e la stasi sociale, a un nuovo sguardo su quello che ci è rimasto: una “grande bellezza” frutto  di eredità e di fortune naturali. Comunque,  pur nel vedutismo, ci si esprime spesso con colori ‘acidi’ e tratti spigolosi: un voler sottolineare l’inquietudine e il disagio sotterraneo della Napoli contemporanea. Non mancano comunque lavori di non napoletani che, con la distanza conseguente, recuperano  fantasiosità e libertà di approccio.

                                 Carolina Mantellini



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