Maurizio forno - morfogenesi

Maurizio forno - morfogenesi Segnalato da Satura Art Gallery

Satura Art Gallery

Categoria: Mostre

Data: dal 29 gennaio 2022 al 12 febbraio 2022

Indirizzo: Piazza Stella 5/1

Provincia: Genova

Orario di apertura: dal martedì al venerdì ore 9:30–13:00 / 15:00–19:00, sabato ore 15:00–19:00

Sito internet: www.satura.it

Per informazioni: 010 2468284


Sabato 29 gennaio 2022 a partire dalle ore 17:00, si apre, nelle suggestive sale di Palazzo Stella a Genova, la mostra personale di Maurizio Forno “Morfogenesi” a cura di Flavia Motolese.

Maurizio Forno è un giovane e talentuoso pittore genovese che rielabora emotivamente la realtà e l'esperienza sensibile attraverso il ricordo.
Avere trent’anni e dimostrare una capacità espressiva tale da rendere un dipinto indecifrabile varco e frontiera dell’incognito, è fatto raro, ma ci sono artisti che si muovono sul limine della sensibilità percettiva e, con raffinata misura formale, creano suggestioni potenti in grado di insinuarsi nell’anima. È questo il caso di Forno, le cui opere, permeate da un vago senso di mistero, si caratterizzano per la loro capacità di raffigurare l’essenza impalpabile del reale: ciò che nel Romanticismo sarebbe stato definito come manifestazione del “Sublime”. La pittura astratta di questo artista aspira a cogliere la genesi della forma percepita: il dinamismo della composizione, creato dalla dirompente energia della pennellata, la riduzione dei volumi in masse cromatiche e la tensione di forze contrapposte svelano figure colte alla sommità della percezione e tradotte in immagine. Il colore domina la superficie pittorica, fluendo libero, a tratti impetuoso, animato da contrappunti luministici e scarti tonali, mentre la vaporizzazione della luce la eleva a entità autonoma, sublimando l’immaterialità della composizione. Come commentava il critico d’arte Giuseppe Billi, a proposito di alcuni disegni di Paul Jenkins, queste opere «… sono come una sindone, soffi di colore asciugati dove è possibile vedere l’oltre».
L’immagine suggerisce più che descrivere un paesaggio inconscio e mutevole, percorso da forze inquiete che, in una progressiva dissoluzione delle forme e degli spazi, assumono di volta in volta l’aspetto di vortici, fasci luminosi, onde ascensionali o spiraliformi. Inevitabile, anche se scontato, paragonare le qualità atmosferiche dei suoi dipinti con quelle di William Turner o di scorgere nel tempo sospeso e nelle presenze suggestive, evocate nell’ombra, l’eredità di Emilio Scanavino.
L’artista stempera nella modulazione della luce e nel colore visioni inafferrabili, tra il reale e l’immaginario, sottraendole a qualsiasi connotazione naturale, abolendo le costrizioni della linea chiusa e dell’inquadratura prospettica classica grazie a uno sfondamento spaziale.
Una dimensione di confine tra la presenza fisica concreta e l’elaborazione del ricordo, che, dopo aver attinto dalla più profonda conoscenza della realtà esteriore e di quella interiore, si stratificano sulla tela con pathos e attenzione alle scelte cromatiche.
La pittura informale di Forno, superando la dialettica tra percezione e pensiero nella trasposizione pittorica dell’interiorità veicolata dalla trasfigurazione lirica del dato reale, allude all’inestinguibile tensione verso l’infinito che è connaturata alla natura dell’uomo.



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