Apotropaic history

Segnalato da Teodora

Teodora

Categoria: Mostre

Data: dal 27 febbraio 2016 al 15 aprile 2016

Indirizzo: via genova 14

Provincia: Catanzaro

Orario di apertura: 11:00/12:30 - 17:00-19:30

Sito internet: www.momentidarte.org

Referente: antonella gentile

Per informazioni: 3384051796

E-mail: teodorarte@alice.it


A Catanzaro la tradizione ed i miti, nella ceramica di Mimmo Tripodi e Tina Patamia
 
Era abitudine antica, ultimata la fabbricazione della casa, porre sull'architrave e sulla chiave di volta dell'arco, una maschera in pietra o in terracotta per tenere lontano  malocchio e gli spiriti maligni.
L’iconografia delle maschere è molto varia, di solito sono rappresentazioni antropomorfiche più o meno paurose derivanti dai prototipi magno – greci : Satiri e Gorgoni in pietra o terracotta che ornavano per lo più le antefisse dei templi greci e romani. Spesso era una figura demoniaca, con fauci aperte, la lingua di fuori e le corna vistose sulla fronte. Alla maschera si attribuisce per la sua aggressività e il suo aspetto demoniaco, una funzione "apotropaica" (dal greco "apotrèpo", allontanare; "apotraipos", che allontana i mali), termine che gli antichi attribuivano ad oggetti deformi e grotteschi, in grado cioè di distogliere lo sguardo nemico.
Le opere degli artisti in mostra a Catanzaro presso l’associazione Momenti d’arte, traggono ispirazione da iconografie antiche, legate ai miti greci e ad una cultura di tipo animistico: gli elementi creati hanno un’anima tutta loro, legata alla fantasia e ad una rielaborazione introspettiva degli artisti .
Rappresentano una evoluzione dei consueti oggetti realizzati dai ceramisti di Seminara, piccolo borgo della provincia reggina. Le loro opere hanno un legame importante con la tradizione calabrese. Gli oggetti modellati interamente a mano hanno un’anima ed un linguaggio propri; sono creature mitico-leggendarie o animali fantastici: draghi, serpenti. Guardiani, simboleggiano la rinascita e sono portatori di saperi e di conoscenze. Partendo dall’argilla realizzano le famose maschere apotropaiche e non solo, presenti nella cultura calabrese, che rivisitate dagli artisti, assumono le sembianze di protagonisti della mitologia greca piuttosto che i soliti volti mostruosi e demoniaci realizzati per scacciare gli spiriti maligni.
Oltre alle tecniche di modellazione, importantissimi sono le smaltature. Si passa dal primo fuoco per la cottura dell’argilla allo smalto per il secondo fuoco fino alla coloritura con ossidi sperimentati  e creati dagli artisti che vedono l’utilizzo di solo quattro colori: giallo, blu, rosso e verde. In cottura, 3° fuoco, a 1200°C, fondono creando tonalità lucide e smaglianti. Tali cromie ricordano i colori della natura della costa tirrenica o quelle delle ceramiche arabe.
La mostra sarà visitabile a partire dal 27 di febbraio fino al 15 aprile 2016 presso l’associazione in Via Genova, 14 con ingresso libero.
 



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